FAQ
Le nostre risposte alle tue domande.
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FAQ’s
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Perché investire in impianti di coltivazione di bambu’?
La produzione di materia prima sostenibile è da ritenersi il grande business di questo secolo.
A fronte del Green Deal nei prossimi anni le produzioni industriali verranno progressivamente convertite in materiali in grado di garantire la realizzazione di prodotti a tasso di CO2 negativo.
Storicamente i paesi Europei si approvvigionano dall’estero di minerali, metalli e petrolio, trovandosi quindi in una posizione di dipendenza.
Nel nuovo scenario dei materiali sostenibili, ci sono invece tutte le condizioni per l’Italia ed in generale per i paesi del sud Europa, di divenire produttori di materia prima, collocandosi così in una posizione di autonomia.
Come si può partecipare al programma industriale di Prosperity Bamboo?
Queste le diverse opzioni:
PROGRAMMA INDUSTRIAL
Si rivolge alle industrie che ritengono strategico muoversi verso produzioni a base vegetale e maggiore indipendenza nell’approvvigionamento della materia prima.
PROGRAMMA FARMERS
Gli imprenditori agricoli entrano in filiera come produttori di materia prima. Il terreno, che deve avere accesso all’acqua per l’irrigazione necessaria nei primi anni, viene analizzato nel corso dello studio di fattibilità che rappresenta il primo passo.
PROGRAMMA INVESTOR
Persone giuridiche e privati cittadini possono entrare nel progetto investendo a vario titolo in uno o più comparti delle filiere.
Dove si può coltivare il bambu’?
Tra le oltre 1.200 specie esistenti, in Europa si possono coltivare quelle a clima temperato. Per stabilire il livello di idoneità di un terreno, il nostro Team effettua preventivamente analisi chimico fisiche e bioelettroniche, ed all’occorrenza anche geologiche. Elementi pregiudiziali possono essere le temperature invernali troppo rigide, la mancanza di acqua per l’irrigazione, i possibili allagamenti del terreno.
Cosa si può fare con il bambu’?
La lignina e le fibre vegetali hanno numerose modalità di lavorazione e migliaia di applicazioni possibili. Gli usi più comuni sono la produzione di cellulosa per carta ed imballaggi, i tessuti, e quelli alimentari, cosmetici e mangimistici. La ricerca e lo sviluppo di tecnologie, ci permettono di affermare, in molti casi, che i materiali derivati dal bamboo, opportunamente lavorati, sono destinati a sostituire progressivamente ciò che attualmente viene prodotto con plastiche, minerali e metalli. Si tratta quindi di una materia prima che si presta, ad esempio, all’utilizzo in settori industriali come automotive ed edilizia. Gli scarti di sfalcio e di lavorazione possono essere destinati a biomassa.
Quali sono i tempi di produzione?
L’impianto di coltivazione di bamboo gigante, per cominciare a produrre necessita di quattro-cinque anni, per giungere poi pieno regime, in altri cinque di sviluppo. La piantagione continuerà a produrre a ciclo continuo ogni primavera nuovi culmi per un periodo che va mediamente dagli 80 ai 100 anni. Per questa ragione ci viene facile paragonare un impianto di bamboo ad una miniera o ad un pozzo petrolifero: produzione a ciclo continuo di ossigeno, cibo e materia prima sostenibile.
Quali sono i volumi di produzione?
I culmi di un impianto a pieno sviluppo possono superare i 20 metri di altezza e i 13 cm di diametro. Un ettaro di bamboo gigante giunto a regime genera mediamente quaranta tonnellate di materia ogni anno. La resa è condizionata dalla qualità del terreno, del clima e dalla competenza con la quale l’impianto viene condotto.
Il bambu’ è una pianta infestante?
È una pianta colonizzante che si propaga unicamente attraverso un rizoma sotterraneo che striscia ad una profondità di circa 30/40 cm. Si utilizzano diverse tecniche per il contenimento della foresta all’interno di un perimetro circoscritto.
Perché produrre materia prima sostenibile con il bambu’ e non con gli alberi?
Nei prossimi anni necessiteremo di milioni di tonnellate di materia prima sostenibile per la progressiva conversione delle produzioni industriali inquinanti. Dove la prenderemo? Gli alberi, dati i lunghissimi tempi di produzione, non potranno soddisfare questa esigenza. Ad esempio, quando viene tagliato un pino servono 30 anni per averne un altro, 80 per una quercia. Il bambù è un’erba gigante che, piantata una sola volta, produce per circa un secolo centinaia di tonnellate di materiale per ettaro, anno su anno.
Quante coltivazioni di bambu’ esistono in Italia?
Con oltre duemila ettari l’Italia è la nazione europea con il maggior numero di coltivazioni. Questi impianti, realizzati a partire dal 2015, non sono giunti tutti in produzione, a causa di diversi errori commessi dai pionieri dei primi anni. Piante messe a terra in momenti sbagliati o in terreni non idonei, pratiche errate di irrigazione e di conduzione della coltivazione hanno pregiudicato lo sviluppo di alcuni impianti. A seguito di tutto ciò è stato definito un metodo disciplinare di coltivazione.
In cosa consiste il programma industriale di Prosperity Bamboo?
Il programma industriale prevede:
- Impianti di coltivazione realizzati e condotti secondo un metodo disciplinare
- Ricerca e sviluppo su materiali e prodotti
- Trasformazione ed industrializzazione
Quali sono le filiere che si stanno sviluppando in Europa?
Ecco le principali filiere a livello Europeo:
- Nanofibre
- Compositi
- Edilizia
- Alimentare
- Tessile
- Cellulosa ed imballaggi
- Automotive e nautica
- Bioenergia
- Mangimistica
- Cosmetica
Quali sono le redditività del bambu’?
Quantità e qualità: il bambù gigante garantisce annualmente decine di tonnellate per ettaro di un materiale che ha formidabili caratteristiche di resistenza al carico ma al tempo stesso è flessibile e si presta a migliaia di possibili utilizzi.
In uno scenario ove il Green Deal traccia la progressiva conversione delle produzioni a base fossile e la conseguente necessità di grandi quantitativi di materia prima sostenibile, un impianto di coltivazione di bamboo è da considerarsi un patrimonio naturale di investimento per le future generazioni. Una foresta che per cento anni consecutivi produrrà ossigeno, cibo e materia prima sostenibile. Esattamente ciò di cui l’umanità necessita per vivere. Per questa ragione non vi possono essere dubbi sul ritorno economico degli investimenti fatti in questa direzione.
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